Il progetto di Marta Pierobon “Small Talk”, conversazione spicciola, chiacchiere, si dislocherà tra LOCALEDUE a Bologna e Gaff a Milano e nasce dall’idea del salotto e di socialità che si viene a creare all'interno di questo luogo. In ogni epoca il salotto ha avuto una forte importanza sia come luogo di scambio sociale che come spazio all'interno del quale si creava cultura. L'artista non e' interessata solamente all'aspetto aggregativo del salotto, e quindi dello scambio relazionale tra le persone, ma anche all’idea di salotto come grande contenitore di oggetti e di culture diverse che da sempre creano questi ambienti. Questa prima parte del progetto, infatti, si focalizza principalmente sul rapporto tra l'oggetto e lo spazio che idealmente lo conterrebbe. Le sculture esposte sono la rappresentazione esasperata di due statuette da tavola che vengono di solito usate come oggetti ornamentali. Il disegno a parete è la riproduzione della planimetria ipotetica di un salotto. I due elementi entrano in dialogo mettendo in relazione le proporzioni tra spazio ed oggetto. Il focus di questa prima parte del progetto sono quindi gli oggetti all’interno di un salotto e della loro valenza a livello architettonico.
"Am Rande der Nacht"
Queste presenze definiscono un gesto, indicano un'esperienza, intendono, con la loro scala dilatata, costituire un fatto reale, come un tavolo in una stanza, e aprire un dialogo tra lo spettatore e lo spazio, in un totale cambiamento nei confronti del rapporto fruitore-scultura. Forme che modificano lo spazio circostante attraverso un segno carico di memorie, vibrano come corde di violino rispetto alla stanza che diventa cassa armonica. Marta Pierobon riesce a trasformare situazioni ordinarie, situazioni arcaiche, idiomi morti, in elementi di rimando mentale, in fatti formali, anche in fattori decorativi. Si tratta di interventi complessi, carichi di conflittualità, di rimandi ermetici e rituali, di evocazioni magiche; essi creano un rapporto acuto di tensione più energetica che emotiva attraverso segni e colori, riuscendo, peraltro, a raggiungere anche una sottile, sottesa, carica poetica. Artifici che sembrano voler tentare di riunire l'insieme. Eroi nell'arte combinatoria, questi insiemi non rivendicano nessuna intenzionalità storicistica, spezzettano il mondo delle forme seguendo un sistema di falle, di rotture, di discontinuità, di cosiddette incompatibilità ed incoerenze che aiutano chi guarda a non bloccarsi su un solo tipo di funzionamento, simbolico o unitario, a senso unico, insomma permettendo alle forme di guidare i sensi. Che la sua azione sia innanzitutto destabilizzante? Sicuramente assume carattere antropologico e sociologico allo stesso tempo. Non solo le grandi dimensioni la riguardano, realizza anche lavori di piccola dimensione, molto probabilmente frammenti di progetti più grandi, in altri casi prototipi di realizzazioni possibili, oppure monadi indipendenti. Marta Pierobon mette continuamente in gioco la capacità percettiva dell'osservatore, proponendo immagini ed aspetti diversi che rendono diverse le opere secondo il primo punto di vista, attiva così un'accumulazione di livelli che suggerisce quasi una continua accumulazione di significati.
Marco Tagliafierro
dal 21 settembre al 12 ottobre 2013
orari apertura giovedì, venerdì e sabato 15_19
photo credits:
Enrico Gieri
FF
marta_pierobon_cv_updated_2013.pdfimmagine_smal_talk.jpgsmall_talk.docx