residenze e attività estate 2010
coordinamento di Fabio Farnè
a Roccagloriosa, lontano dalla città, f inalmente nel silenzio
4 esperienze artistiche legate, con diverse modalità, al suono, al rumore
4 esperienze artistiche per parlare di silenzio
La parola latina indica, nella comunicazione pubblica prevalentemente economica ma anche politica e
culturale, una notizia, presumibilmente vera, che circola senza però essere stata confermata o resa evidente.
Equivalenti italiani del termine possono essere le parole indiscrezione o pettegolezzo.
Noi invece proprio al rumore, al suono, vogliamo riferirci, qui nel luogo del silenzio, nel sito della sua mancanza quasi
assoluta.
E’ questa la prima cosa di cui si accorge con meraviglia il “viaggiatore” : questo è il luogo dell’assenza del rumore,
f inalmente.
Si, finalmente, da soggetti passivi del disturbo metropolitano, possiamo divenire soggetti attivi che tendono
l’orecchio a frugare nel sibilo del vento, nelle voci lontane, nei passi tra i vicoli.
Dal rumore al suono, dal sentire all’ascoltare e oltre ancora.
E via allora alla vibrazione, allo scricchiolio, alla nota gridata dalle f inestre verso la vallata intera, ai pixel impazziti,
al colore fatto suono, alla musica, ai 4’33’’, e via allora.
E’ il tempo della riflessione
E’ il tempo della percezione del minimo
Il silenzio come attesa del suono
IL LUOGO, IL CONTESTO
La parola latina rumor indica, nella comunicazione pubblica prevalentemente economica ma anche politica e culturale, una notizia, presumibilmente vera, che circola senza però essere stata confermata o resa evidente. Equivalenti italiani del termine possono essere le parole indiscrezione o pettegolezzo.
Noi invece proprio al rumore, al suono, vogliamo riferirci, qui nel luogo del silenzio, nel sito della sua mancanza quasi assoluta. E’ questa la prima cosa di cui si accorge con meraviglia il “viaggiatore” : questo è il luogo dell’assenza del rumore, finalmente. Si, finalmente, da soggetti passivi del disturbo metropolitano, possiamo divenire soggetti attivi che tendono l’orecchio a frugare nel sibilo del vento, nelle voci lontane, nei passi tra i vicoli.
Dal rumore al suono, dal sentire all’ascoltare e oltre ancora.
E via allora alla vibrazione, allo scricchiolio, alla nota gridata dalle finestre verso la vallata intera, ai pixel impazziti di un incombente animale digitale,al colore fatto suono, ad un violoncello che racconta una drammatica incomunicabilità, a furtive immagini femminili al limite del voyerismo, a paesaggi_passaggi urbani convulsi, resi vuoti e silenziosi dalla notte, e via allora.
E’ il tempo della riflessione.
E’ il tempo della percezione del minimo.
Il silenzio come attesa del suono.
a Roccagloriosa, lontano dalla città, finalmente nel silenzio.
4 esperienze artistiche legate, con diverse modalità, al suono, al rumore.
4 esperienze artistiche per parlare di silenzio.
ESPERIENZE
Esperienze artistiche legate, con diverse modalità, al suono, al rumore,ma anche allo sguardo, al colore.
Esperienze per parlare di silenzio e del suo opposto, qui nel luogo del silenzio, nel sito della sua mancanza quasi assoluta.
E ascoltiamo un rapporto antico tra uomo ed elemento naturale: una conchiglia che trasforma il soffio in un suono potente e profondo. Segnale, allarme, avvertimento, grido, quel grido che sta proprio all'origine del rumore.
E ancora affrontiamo il rapporto tra uomo e un suo strumento, un violoncello forgiato da mani esperte col legno, le corde, gli smalti.
Suono viscerale, aspro, profondo, che vuole raccontare il rumore del rapporto mancato tra persone, le sue risonanze, i suoi silenzi.
Ancora: un coro di ombre si aggira in una stanza e le bocche sibilano, risuonano come rumore bianco, continuo, uniforme, in una bizzarra interferenza e sovrapposizione tra naturale e strumentale.
Ancora :sofisticate elaborazioni visuali e auditive mettono al centro immagini quotidiane e inconsuete, forme, persone, oggetti naturali/artificiali.
Il tutto ruota attorno al contrasto, l'opposizione, l'incontro , lo scontro tra Silenzio e Rumore.
In una alternanza che può stordire ma scandisce il tempo della riflessione, della percezione del minimo,del silenzio come attesa del suono, della apertura ad un altro tipo di rumore: controllato, voluto e non subìto, significante e non casuale.
SEGUIRE IL FILO ovvero UNA PARENTESI FILOLOGICA
Ma cos'è il rumore?
I dizionari rispondono variamente, si va dal semplice “suono forte e fastidioso” a “fenomeno acustico...che non presenta né frequenza né intensità costanti,per lo più legato a sensazioni sgradevoli” (definizione che vuole distinguere il rumore dal suono musicale con i suoi tempi e ritmi precisi) ma ci sono riferimenti ancora più specifici come il rumore in elettronica ,inteso come “segnale indesiderato che si sovrappone ai segnali utili” o come il rumore in fotografia, la “grana” analogica e la “pixellatura” digitale.
Tutto comunque converge nel definire rumore un disturbo, qualcosa di indesiderato e che viene a turbare i nostri sensi.
“Una sera passeggiavo per un sentiero, da una parte stava la città e sotto di me il fiordo… Mi fermai e guardai al di là del fiordo, il sole stava tramontando, le nuvole erano tinte di rosso sangue. Sentii un urlo attraversare la natura: mi sembrò quasi di udirlo. Dipinsi questo quadro, dipinsi le nuvole come sangue vero. I colori stavano urlando.”
Con queste parole Munch spiega la sua serie di opere intitolate Il grido (o L'urlo come spesso viene tradotto in italiano).
Urlo della natura dunque.
Allucinazione poetica ?
No di certo, giacché la parola “rumore” deriva dal latino rumor e a sua volta dal greco e dal sanscrito, madre di tutte le lingue indoeuropee, ed è composta dalla radice onomatopeica “ru”, far andar fuori un suono, gridare, urlare .
Da questa radice “ru” derivano anche ruggire e ruttare.
Dunque il primo rumore fu grido, suono improvviso, urlo umano o animale, rombo del mare, del fulmine, del terremoto. Il rumore come disturbo fu subito inteso anche metaforicamente e i latini, come noi oggi, parlavano di
rumore inteso come propagazione di notizie più o meno attendibili che creano sconcerto imbarazzo, disturbo, danno alle persone che ne vengono coinvolte.
I nostri rumors, gossip, pettegolezzi.
E il silenzio?
Cosa significa silenzio?
Il latino ci risponde che il silenzio è tacere, tranquillità, assenza di rumore e deriva certamente dal suono sssss che si emette appunto quando si chiede ad un altro di non parlare, di non gridare, di tacere.
NON CONCLUDENDO
E cosa concludere?
Silenzio e Rumore in realtà sono inscindibilmente legati e ci ricordano di volta in volta la necessità della loro presenza, della loro assenza, della loro compresenza.
All’inizio degli anni Cinquanta,presi la decisione di accettare i suoni che esistono nel mondo. Prima, ero così ingenuo da pensare che esistesse una cosa come il silenzio. Ma quando entrai nella camera anecoica della Harvard University a Cambridge,sentii due suoni. Pensai che ci fosse qualcosa di sbagliato nella stanza, e dissi all’ingegnere che c’erano due suoni. Mi chiese di descriverli e lo feci. “Bene”, disse “quello più acuto è il suo sistema nervoso in funzione e quello più grave la sua circolazione sanguigna”. Questo significa che c’è musica, o c’è suono, indipendentemente dalla mia volontà”. (John Cage)
Ciò che possiamo fare è lasciarci andare alle sensazioni che questa coppia che si odia e si sfugge, quando c'è Rumore non ci può essere Silenzio e viceversa, sa offrirci.
Abbandono al silenzio del luogo, al rumore creativo, alle immagini che Rumore e Silenzio suscitano in chi produce e in chi fruisce.
Questo il nostro tentativo, qui a Rocca
THE PLACE, THE CONTEXT
he Latin word “rumor” means news in economics, politics and culture; the news is presumably true but it circulates without verification or evidence
Italian equivalent of the term can cover any Synonyms are indiscretion or gossip.
But here we just refer to noise, to sound, in the site of silence, in the place of almost absolute lack of racket. And this is the first thing that the “traveller” notice with amazement.
This is the place of the absence of noise, eventually. Yes, finally, by passive subjects of urban noise, we become active subjects that tend to listen to the hissing wind, the distant voices, the steps in the lanes.
From noise to sound, from hearing to listening, and beyond that.
And so then the vibration, the creaking, the screaming notes from the windows to the entire valley, the mad pixels of a impending digital animal, the color colour become sound, a cello that tells a dramatic inability to communicate, stealthy images of women at the edge of voyeurism, urban frenetic landscapes and passages, made empty and quiet by the night, and so on.
It is time for reflection
It is time of perception of the minimum
Silence as expectation of sound
At Roccagloriosa, far from the city, finally in silence
4 related to noise and sound artistic experiences, with different expressive tools,
4 artistic experiences to speak about silence
EXPERIENCES
Artistic experiences associated with sound and noise , but also with look and colour.
Experiences to speak of silence and its opposite, here in the place of silence, in the place of almost absolute lack of racket.
And we listen to an ancient relationship between man and a natural element: a shell that transforms the blowing into a powerful and deep sound. A sound of signal, alarm, warning cry, the cry that gave rise to the noise.
And also we consider the relationship between a man and his instrument, a cello forged by expert hands with wood, strings, enamels.
A visceral, harsh, deep sound wants to tell the unsuccessful relationship, the resonances, the silences between people.
Furthermore, a chorus of shadows hangs around a room and hiss like continuous, uniform, white noise, in a bizarre disturbance and overlap of natural and instrumental natural and instrumental overlap.
Furthermore, sophisticated visual and auditory elaboration centres everyday and unusual images shapes, people, natural / artificial objects.
Everything revolves around the conflict, the opposition, the meeting, the clash between silence and noise.
In an alternative that can stun but marks the time of reflection, the perception of the minimum, the silence as the wait of sound, opening up to another type of noise: a controlled, intentional and not sustained, significant and not random noise.
TO FOLLOW THE THREAD or a PHILOLOGICAL PARENTHESIS
But what is noise?
Dictionaries respond differently, ranging from simple "loud and annoying" to "... acoustic phenomenon that has not constant frequency or intensity, mostly related to unpleasant feelings" (the last definition wants to distinguish the noise from the musical sound with its precise timing and rhythm), but there are even more specific references such as electronic noise, defined as "unwanted signal that is superimposed on the useful signals or as noise in a photo, the analogical "grain" and digital “pixels”.
Everything converges to define a noise disturbance, and that is something undesirable and disturbing our senses.
"One evening I walked along a path, from one side stood the city and the fjord below me ... I stopped and looked across the fjord, the sun was setting, the clouds were dyed blood red. I heard a scream from nature: I could almost hear it. I painted this painting, I painted the clouds like real blood. The colours were screaming. "
With these words Munch explains his series of works entitled “The scream”.
So scream of nature.
Poetic hallucination?
Certainly not, since the word "rumor (noise)" comes from Latin “ rumor”, that comes from Greek and Sanskrit, the mother of all Indo-European languages. The word is made from the onomatopoeic root "ru", that means to scream, to shout, to make a sound.
From this root "ru" derive even to roar and to erupt.
Thus the first cry was noise, sudden noise, human or animal howl, roar of the sea, of lightning, of earthquake. The sound was immediately understood as a disorder also metaphorically and Latin people, as in present days, talked about noise as a more or less reliable news, that creates dismay, embarrassment, inconvenience, damage to people who are involved.
Our rumour, gossip.
And the silence?
What does silence mean?
Latin answers us that silence is silent, quiet, no noise, certainly derives from the sssss sound that is sent out precisely when one asks to another not to talk, not to scream, to be silent.
NOT CONCLUDING NEVER DRAW A CONCLUSION.....
What conclusion? What’s the outcome?
Silence and Noise in reality are inextricably linked and remind us from time to time the need for their presence, their absence, their coexistence.
What we can do is lapsing into the feelings that this couple, which hates and escapes each other, (if there is noise there cannot be silence, and vice versa), offers us.
It is the abandonment to the silence of the place, to the images that Silence and Noise provoke in those who produce and benefit from them.
This is our effort here at Roccagloriosa.